Published on: 14 Ottobre 2021

Intervista a Nicoletta Neri, Kiosquito 46 – #SUPPORTER

Come e quando è nata l’idea del Kiosquito?
La ristorazione è sempre stata parte di me e di mio marito, entrambi deriviamo da generazioni di cuochi, anche mia nonna lo era. Dopo aver avuto ognuno le proprie esperienze in altri locali, abbiamo unito le forze e nel 2006 abbiamo aperto il Kiosquito 46 nella periferia di Riccione. Questo è un locale un po’ folle, nato dall’unione di Italia e Argentina, molto colorato e gaio, i nostri ospiti vengono qui e si sentono a casa, prendono le posate, apparecchiano il loro tavolo e sanno che in cambio avranno sempre un sorriso e uno scambio di parole.

Perché al Kiosquito ci si sente come a casa?
Beh…Sotto ogni punto di vista venire a mangiare da noi è come essere in famiglia, perché noi stessi siamo una famiglia! Rudy e Cami vi accolgono con un sorriso e quattro chiacchere all’ingresso, mio marito vi fa conoscere la cucina argentina ed io le tradizioni romagnole: tiro la pasta a mano, preparo le verdure, i gratinati. È una cucina familiare e spontanea, come quella di casa. Le ricette e gli ingredienti sono sempre gli stessi, ma si sa, il basilico di oggi non è mai uguale a quello di ieri, oppure domani potrei usare il rosmarino. Chi può dirlo! Viva la creatività!
Volevamo aprire un locale che fosse anima e cuore… e direi ci siamo riusciti!

Come si fa a far diventare destinazione e meta un locale controcorrente e fuori mano?
All’inizio la gestione è stata molto difficile, non potevamo permetterci di prendere del personale extra eravamo solo noi due, in più i nostri figli erano piccoli, andavano a scuola,  tornavano e venivano al ristorante con noi, sono stati degli anni di sacrifici. Sicuramente ci ha aiutato molto lo spirito e l’animo che abbiamo, nonostante i chilometri che le separano, Romagna e Argentina sono molto simili, abbiamo la gioia nello spirito.
Siamo partiti con le piadine, poi i gratinati, da lì giorno per giorno, di anno in anno sempre qualcosina in più. Si stava bene e si mangiava bene, si respirava aria di casa e le persone si sentivano come a casa, continuavano a tornare, una volta con la famiglia, una volta con gli amici. Grazie a ciò la voce si è sparsa. Uno dei ricordi che ho più a cuore è stata la grigliata di carne, ricordo bene che quel giorno pioveva ma le persone si presentarono con l’ombrello!

Qual è il vostro piatto forte?
Non possiamo che citarne uno romagnolo e uno argentino! Per la mia terra sicuramente la tagliatella al ragù, mentre il piatto argentino per eccellenza è l’asado. Inoltre le nostre verdure gratinate, per le quali scegliamo solo quelle di stagione sono imperdibili. E in fondo, visto che siamo a Riccione, obbligatorio assaggiare la piadina, sia
come contorno che come piatto principale, magari utilizzandola come fagottino per la carne.

Com’è cambiato l’ospite nel corso del tempo?
Qualche anno fa le persone uscivano per stare con la propria famiglia, era tradizione e usanza che la domenica ci si riunisse per stare insieme, non sapendo con precisione dove andare, ma ci si faceva accompagnare dalla memoria. Oggi la maggior parte delle persone possono uscire a cena, dal ragazzino diciottenne alle persone più anziane.
Con l’avvento di Internet gli ospiti scelgono e sanno dove vogliono andare: basta buttare un occhio su Google e decidere, ci si informa e si va sicuri a destinazione. Sicuramente non sempre è un bene, Internet è un po’ una lama a doppio taglio perché i clienti si creano aspettative che non sempre vengono mantenute.
Oggi si fa fatica a stupire le persone, perché c’è un perenne confronto tra locali e un’infinità di informazioni.

Secondo me la cosa importante che rimane nei nostri ospiti è l’amore, l’allegria e ciò che noi trasmettiamo alle persone.

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