Published on: 14 Dicembre 2021

Paola di Giambattista: Healthy Food Specialist

Ciao sono Paola un’inguaribile romantica affascinata dal mondo e da chi lo abita.

Ogni spazio, anche quello più recondito, mi incuriosisce e con esso la sua storia e soprattutto la storia di chi lo abita.

Adoro viaggiare, quel viaggio che si dipana al tempo stesso dentro e fuori, che ti fa avanzare con i passi, ma anche nella personalità, nella crescita e nella evoluzione personale.

Credo proprio che i chilometri fatti, abbiano contribuito a cristallizzare dentro di me, il desiderio sempre più forte di poter ridare, un giorno, una piccola parte di quello che ho visto, ascoltato, guadagnato in termini di ricchezza interiore, una cosa che non ha prezzo, ma il cui valore può essere letto negli occhi di chi la possiede.

Ho scelto di studiare mediazione linguistica proprio perché credo che solo la comunicazione, in ogni sua forma, in ogni suo colore, in ogni sua espressione, possa essere in grado di salvare il mondo e soprattutto l’anima di chi lo popola.

Un disegno, una parola, un gesto, un rituale, una ricetta, un’offerta, tutto questo è comunicare e ti permette di accedere all’altro, come una chiave che entra in una serratura al primo colpo.

Oltre a viaggiare, adoro conoscere persone nuove e perdermi in tutto quello che è il loro vissuto, di ieri e di oggi e condividere con loro i sogni di domani.

Il mondo della cucina oggi è pervasa da mille incursioni e altrettante etichette, filosofie di pensiero, modalità di cottura, alimenti a km zero, fusion o che arrivano da lontano, esotici e introvabili.

La cultura legata al food ha sempre appartenuto al “made in Italy” ma oggi più che mai, accanto ad una riscoperta di semplicità, natura e tradizione si affiancano nuovi incipit come, salutismo, free from, etica, intolleranze e scarto zero.

Un piatto deve quindi rispondere a diktat abbastanza severi: estetica e funzionalità, colore e forma, principi attivi e modernità, ecco quindi mutare, negli anni le figure degli chef che, dalle cucine hanno sempre più spesso conquistato il palcoscenico e mostrato al mondo la loro faccia, oltre che le loro preparazioni.

Insieme alle figure tradizionali, nascono anche professionisti trasversali che trattano il food in maniera molto verticale e specifica, dai nutrizionisti ai food blogger, dagli influencer agli educatori alimentari, tutti ad aggiungere note e dettagli al piatto che rappresenta sempre più la firma del pensiero di chi lo realizza.

In questa costellazione di figure e scenari, si colloca anche il mio tipo di cucina.

Mi piace definirmi una Healthy Food Specialist poiché il percorso che mi porta alla pratica, ovvero alla cucina, inizia in realtà dalla scienza, dalla nutrizione e dal mondo olistico della naturopatia.

Il cibo è prima di tutto nutrimento, un alimento nutre corpo, mente e spirito, questo il motivo che mi guida a realizzare i miei piatti scegliendo le materie prime in maniera non troppo tradizionale.

Forma, colore, provenienza, consistenza, energia, funzionalità gli elementi che concorrono a creare un mio piatto. Mi piace lavorare in cucina, ma il meglio di me arriva quando posso lavorare live, con il pubblico, quando posso condividere cosa c’è in quel piatto, ma soprattutto la sua storia, come e perché è nato, quali elementi lo compongono e perché sono così utili, biodisponibili e sostenibili per noi e per l’ambiente che ci circonda.

La mia cucina è una cucina a base vegetale, credo fermamente di poter, nel mio piccolo attuare il mio contributo all’ambiente, impattando il meno possibile, utilizzando prodotti freschi, di stagione, il quanto più possibile del territorio.

La mia cucina non prevede prodotti OGM, non utilizzo microonde per riscaldare le pietanze, utilizzo cotture rispettose degli ingredienti, privilegio il vapore, il salto in wok, le basse temperature, piccole quantità e preparazioni, sempre fresche. A volte questa mia volontà va in contrasto con le regole della ristorazione classica, specialmente dei grandi numeri come quella dell’hotellerie, ma io cerco di continuare, per quanto possibile, nella mia missione, perché è così che vivo il mio lavoro.

Durante i cooking show o i cooking lab (dove gli ospiti possono mettere “le mani in pasta”) c’è molta condivisione, e dalla mia esperienza c’è più successo nel coinvolgere il pubblico all’utilizzo di materie prime sostenibili. Molto spesso, lo scoglio da superare nella cucina vegetale sono i luoghi comuni, che necessitano di essere sfatati.

Troppe informazioni o sarebbe il caso di chiamarle fake news, girano sul web e le persone si trovano, giustamente disorientate.

“Ci vuole troppo tempo, il tofu non ha sapore, la soia è pericolosa per l’insorgere dei tumori” , queste sono solo alcuni degli esempi che mi vengono riportati.

Mangiare bene è un atto d’amore verso noi stessi, chi ci circonda e il Pianeta. 

Cambiando le nostre abitudini alimentari, riducendo drasticamente il consumo di carne e latticini possiamo davvero salvare la Terra e preservare noi stessi facendo una prevenzione primaria attiva.

Non è il solito appello di estremisti vegani, ma il resoconto di una ricerca pubblicata su Science e condotta all’Università di Oxford e di certo non è l’unico studio ad andare in questa direzione.

La Terra non ha un piano B ed è richiesto il nostro singolo intervento, i dati parlano chiaro:

  • riduzione drastica dei terreni agricoli da destinare al pascolo
  • sottrarre le aree destinate alla produzione intensiva

per evitare dispendio energetico, emissione di gas, imballaggi, trasporto ed inquinamento.

Se prendiamo ad esempio le proteine vegetali e quelle animali, si conta che “queste ultime forniscono il 18% delle calorie, il 37 % delle proteine, ma utilizzano l’83% dei terreni agricoli producendo il 60% delle emissioni gas serra”, ne vale veramente la pena?

Non è una lotta impari tra produzione di carne e formaggi o ceci e soia è una questione di dati alla mano e urgenza nell’agire, tra l’altro gli alimenti incriminati sono già passati sotto la lente dell’OMS e sono stati piazzati nella parte alta della famosa piramide alimentare: da consumare saltuariamente.

Il nostro organismo è sempre più soggetto a inquinamento ambientale, questo fa si che, il nostro sistema immunitario sia in uno stato costante di allerta, aumentando l’insorgere di malattie autoimmuni e intolleranze.

Il nostro intestino, conosciuto anche come secondo cervello, è costantemente attaccato dagli effetti di una vita sedentaria, un metabolismo lento e valori ematici non troppo confortanti per lo scarso utilizzo di fibre e l’eccessivo consumo di zuccheri e grassi. La nostra flora batterica e di conseguenza il microbiota è seriamente in pericolo e necessita, il più delle volte, misure correttive drastiche. Seppur i sintomi non sono sempre riconducibili in prima battuta a disbiosi intestinale:  stanchezza cronica, mancanza di energia, disturbi della qualità del sonno, sfoghi cutanei, gonfiori addominali, aumenti di peso e stitichezza sono segnali di allarme che non ci stiamo alimentando in maniera corretta.

L’utilizzo di un’alimentazione consapevole basata prevalente su fonti vegetali, su alimenti integrali biologici, sull’utilizzo di grassi “buoni” insaturi, semi, frutta secca e fibre è il nostro miglior investimento per il futuro della nostra salute e del nostro pianeta.

 

Prima di lasciarvi vi lascio una mia ricetta: guacamole di melagrana

M come Melagrana

Ho scelto questo frutto perché:

È una farmacia in tutto e per tutto, cibo salutare e gourmet che protegge cuore e prostata e che già in Babilonia veniva inserita nei giardini pensili e considerata una delle 7 meraviglie del mondo.

Sai che sono addirittura celebrati nell’Antico Testamento, riconosciuti dai Greci e dall’Antico Egitto?

Nutritional tip

Oltre alla moda c’è di più.

Questo frutto è salutare in ogni sua parte: i semi, la polpa, la buccia, la radice, il fiore, persino la corteccia dell’albero. Un concentrato di polifenoli sostante antiossidanti utilissime nel contrastare varie patologie, oltre che a rimanere giovani.

Anche il contenuto in polifenoli è vario dai flavonoidi alle antocianine dall’acido ellagico a quello punicico, tutti questi antiossidanti hanno in comune la loro efficacia nella prevenzione e come coadiuvanti nel trattamento di ictus, malattie circolatorie in generale e cancro.

Il melograno agisce direttamente sulla placca causa della aterosclerosi e la fa regredire; anche problemi di cuore dovuti a ipercolesterolemia e ipertensione possono trovare giovamento.

I nuovi studi scientifici che l’hanno già annoverata tra i superfood si stanno concentrando su altri usi molti interessanti, da quelli odontoiatrici, alla disfunzione erettile, all’artrite, morbo di Alzeihmer e colite ulcerosa, non male giusto per un frutto dai semi cosi piccoli!

 

Curiosità culinarie

Simbolo di salute, fortuna, fertilità e immortalità.

 

I melograni originariamente crescevano sulle pendici dell’Himalaya, dall’India Settentrionale all’Iran ma oggi vengono coltivati in tutto il bacino del Mediterraneo.

E’ bene sapere che i suoi semi si possono congelare oppure essiccare, quelli essiccati prendono il nome di anardana e vengono impiegati come spezie, possono essere usati nelle marinate, nelle salse e nei dessert.

Anche il suo cucco può essere bevuto fresco per beneficiare di tutte le proprietà oppure aggiunto a varie preparazioni. Con la sua nota acidula si sposa bene ad arancio e limone, ma anche a cannella, cardamomo, cumino, cipolla, finocchio, menta, peperoncino senape e zenzero.

 

Ricordati che il melograno va acquistato fresco da ottobre a gennaio poi meglio optare per la conservazione.

 

‍Ricetta

Guacamole di melagrana

2 avocado

1 lime

1 tazza di cipollotti affettati finemente

4 spicchi d’aglio (facoltativo)

2-3 peperoncini jalapeños tagliati a pezzetti

2 cucchiai di foglie di coriandolo tritate

2 cucchiai di melagrana succo

1/4 di tazza semi di melagrana.

 

Pulite l’avocado, togliete il nocciolo, bagnateli con succo di lime e schiacciateli, aggiungere cipollotti, aglio, peperoncino, coriandolo, succo di melagrana. Continuare a schiacciare, ottenendo la consistenza meglio gradita, ricoprire con i semi di melagrana, servire con tortillas o crostini.

Se volete seguirmi online www.paoladigiambattista.com

instagram: @paoladigiambattista

facebook: @thehealthyfoodspecialist

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